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Cinque sensi

Leggere libri

Non cercare nei libri belle lezioni da imparare. I buoni libri devono farti male, cambiarti la vita. 

David Trueba – Aperto tutta la notte

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Cinque sensi

Sammy

Sammy aveva ritirato la mano. Qualunque cosa provasse per Bacon non valeva il rischio, la vergogna, la paura dell’arresto e del disprezzo che ne derivava. Quella mattina Sammy aveva sentito, con le costole ammaccate e l’odore di cloro in fondo alla gola, che avrebbe preferito vivere senza amore piuttosto che essere punito perché amava. Non aveva idea di quanto gli sarebbe parsa lunga, in avvenire, la sua vita e di come si sarebbe fatta sentire, quotidianamente, la mancanza d’amore.

Michael Chabon – Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay

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Cinque sensi

Il sapore delle riviste sgualcite

Ogni tanto mi fermo a guardare la nostra raccolta di numeri di Internazionale. E’ ormai da qualche anno che li riceviamo ogni settimana a casa e, grazie anche alla poca pubblicità che ospitano, è un piacere tenerli da parte per sfogliarli di tanto in tanto.

Quasi tutti i numeri sono archiviati nelle migliori condizioni, un po’ perché professo con successo l’arte del trattare-bene-riviste-e-libri (e pretendo seguaci tra chi mi sta intorno), un po’ perché il tempo per leggerli è sempre risicato.

Di tanto in tanto incontro però un numero sgualcito, con la copertina sbiadita e le pagine consunte. Dopo un po’ di meraviglia mi è tutto improvvisamente chiaro. Quello è il numero che ho portato in Grecia, questo quello che era con noi in traghetto verso la Croazia, quest’altro lo leggevamo in treno verso Firenze.

Ritorno per qualche secondo a quella vacanza, a quelle giornate in cui c’è tutto il tempo per leggere ogni articolo, ogni piccola notizia, senza fretta. E spero ci siano molte altre riviste sgualcite nella nostra biblioteca, in futuro.

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Cinque sensi

Un addio al lettore

Eccoci giunti ormai, caro lettore, all’ultima tappa del nostro lungo viaggio. E, avendo viaggiato insieme attraverso tante pagine, comportiamoci come i viaggiatori di una diligenza che abbiano trascorso diversi giorni in compagnia.Nonostante i piccoli screzi e le superficiali animosità sorte per strada, questi generalmente alla fine fanno pace e salgono, per l’ultima volta, sul veicolo pieni di allegria e buonumore; poiché, dopo quest’ultima tappa, può accadere a noi, come di solito accade a loro, di non vederci mai più.

Henry Fielding, Tom Jones

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Girovagando

Coincidenze

L’ultima coincidenza che ricordo si svolge alle elementari. La maestra si lamenta perché dice che io e il mio compagno e compaesano dobbiamo finirla di fare i compiti insieme. Mentre lo fa punta il dito sullo stesso identico errore di calcolo, con medesimo risultato, in un’operazione di matematica nei due quaderni. Ma noi quella volta non ci eravamo trovati (molte altre invece sì).

In vacanza però quest’anno c’è stata una “vera” coincidenza o – meglio – l’ho evitata per poco.

Arrivo ad Atene dopo un viaggio a dir poco travagliato, durante il quale ho rischiato di perdere la coincidenza e solo per puro caso ho trovato la valigia blu che avevo imbarcato.

Alla sera, nella topaia in albergo, inizio a leggere “La vita, L’Universo e tutto quanto” di Douglas Adams. E trovo:

Inciampò ancora una volta e fu sbalzato in avanti di parecchio, dato che correva molto forte. Ma proprio nel momento in cui, dopo il volo, stava per colpire il terreno malamente, vide davanti a sé una valigia

blu scuro che era sicuro di avere perduto al ritiro bagagli dell’aeroporto di Atene circa dieci anni prima.

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Cinque sensi

Compilation

L’avvento dell’Ipod e della playlist mi avevano fatto quasi dimenticare il duro lavoro del sabato pomeriggio, quando ci trovavamo tra amici per scegliere i brani da inserire nella famigerata “cassetta”. Me l’ha ricordato questo brano:

Mi ci vollero delle ore per mettere insieme quel nastro.

Per me, fare una cassetta è un po’ come scrivere una lettera – è tutto un cancellare e ripensarci e ricominciare daccapo[…]

Registrare una buona compilation per rompere il ghiaccio non è mica facile. Devi attaccare con qualcosa di straordinario, per catturare l’attenzione (all’inizio pensai di cominciare con “Got to get you off my mind”, ma poi mi resi conto che c’era il rischio che Laura non andasse mai oltre la prima canzone del lato A, se le davo subito quello che si aspettava, così finii col seppellire Solomon Burke in mezzo al lato B), poi devi alzare un filino il tono, o raffreddarlo un filino, e non devi mescolare musica nera e musica bianca, a meno che la musica bianca non sembri musica nera, e non devi mettere due canzoni dello stesso cantante di seguito, a meno che non imposti tutto il nastro a coppie, e… beh, ci sono un sacco di regole.

Nick Hornby, Alta Fedeltà

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Cinque sensi

La compagnia

Che cosa succede col passare degli anni a una generazione organizzata nelle sue compagnie? Alcuni lasciano il paese, altri si assorbono nel lavoro e nelle famiglie, i nuclei perdono consistenza, l’intero senso della cosa si modifica senza che ce ne accorgiamo.Nel modo come ci andiamo cercando l’un l’altro, si vede ancora quanto erano forti i vincoli di una volta. Poche gioie sono migliori di quella che si prova incontrandosi con gli amici quando si torna chi alla domenica chi una volta al mese chi all’estate chi a caso. In fondo si pensa ancora che gli amici siano le persone più piacevoli che abbiamo conosciuto, quello con cui si starebbe insieme più volentieri; però si sente anche che questo pensiero è quasi solo un’abitudine. A volte pare che siamo amici perché eravamo amici; spesso non abbiamo molto da dirci, tranne parlare di quando eravamo amici. Nasce tutto un culto dei fatti del passato; riuniti alla sera, non siamo mai stanchi di ripetere le storie e gli aneddoti di un repertorio che anche le mogli sanno ormai da molto tempo a memoria.

Luigi Meneghello, Libera Nos a Malo

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Cinque sensi

Buchi e tappabuchi

Mi sono fatto un’idea difficile da estirpare: alla Rai, di internet, non gli frega proprio nulla.

Possibile che l’unica intervista interessante di CheTempoCheFa e che mi sono perso, quella a Luigi Meneghello (a proposito, grazie Andrea per la soffiata), non si trovi nell’archivio online? Ci sono tutte le più assurde demenze, ogni spazio promozionale, ogni inutile intermezzo, e quella no.

Ma andate, di cuore, a cagare…

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Cinque sensi

Il pampalugo

Pampalugo, una parola pensavo esistesse solo nel colto vocabolario di mio padre, insieme a mambrucon, maluton e altri complimenti del genere.

L’ho però trovato l’altra sera tra le pagine del bel “Libera nos a malo” di Luigi Meneghello. Ho allora svolto un sondaggio tra amici e colleghi, ma il termine non sembra molto diffuso dopotutto, anche se Google gli dedica comunque 3200 occorrenze, tra cui anche un bar.

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Subconscio

Amo la centrifuga (e lo voglio dire a tutti)

Non conosco Margaret Mason ma trovo il titolo (e quindi, con tutta probabilità, il contenuto) del suo manuale “No One Cares What You Had for Lunch: 100 Ideas for Your Blog” (cioè “Non interessa a nessuno cosa hai mangiato a pranzo: 100 idee per il tuo blog”) completamente sbagliato.

Non vedo perché, dopo una giornata passata a fare quello che il mercato ci impone, non abbiamo il santo diritto di parlare anche delle cose più banali nel nostro weblog.

A qualcuno non piace? Legga qualcos’altro. Un blog è troppo noioso? Ce ne sono altri 70 milioni là fuori.

Non mi sono mai messo nei panni di chi legge il mio weblog personale, ma ho sempre cercato argomenti di cui mi piacesse prima di tutto scrivere.

Come del fatto che amo la centrifuga di frutta e verdura e in particolare quella con mela e carota. Ecco, l’ho detto, adesso sto molto meglio. Non vi pare che sia una cosa meravigliosa da dire?