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Cinque sensi

Legami di carta

Leggi un libro e subito si instaura quel rapporto con l’autore che è difficile da descrivere. Alla fine sembrate amici da tempo immemorabile.

Se poi il libro è di 1400 pagine (di cui 200 solo di note), complesso e intricato, scritto in caratteri minuscoli, con interi capitoli senza punteggiatura, senza una fine precisa come è quel capolavoro di Infinite Jest beh – se riesci a finirlo anche dopo mesi, l’autore è come se fosse tuo fratello.

Ieri è morto mio fratello.

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Cinque sensi

Sammy

Sammy aveva ritirato la mano. Qualunque cosa provasse per Bacon non valeva il rischio, la vergogna, la paura dell’arresto e del disprezzo che ne derivava. Quella mattina Sammy aveva sentito, con le costole ammaccate e l’odore di cloro in fondo alla gola, che avrebbe preferito vivere senza amore piuttosto che essere punito perché amava. Non aveva idea di quanto gli sarebbe parsa lunga, in avvenire, la sua vita e di come si sarebbe fatta sentire, quotidianamente, la mancanza d’amore.

Michael Chabon – Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay

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Cinque sensi

Un addio al lettore

Eccoci giunti ormai, caro lettore, all’ultima tappa del nostro lungo viaggio. E, avendo viaggiato insieme attraverso tante pagine, comportiamoci come i viaggiatori di una diligenza che abbiano trascorso diversi giorni in compagnia.Nonostante i piccoli screzi e le superficiali animosità sorte per strada, questi generalmente alla fine fanno pace e salgono, per l’ultima volta, sul veicolo pieni di allegria e buonumore; poiché, dopo quest’ultima tappa, può accadere a noi, come di solito accade a loro, di non vederci mai più.

Henry Fielding, Tom Jones

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Girovagando

Coincidenze

L’ultima coincidenza che ricordo si svolge alle elementari. La maestra si lamenta perché dice che io e il mio compagno e compaesano dobbiamo finirla di fare i compiti insieme. Mentre lo fa punta il dito sullo stesso identico errore di calcolo, con medesimo risultato, in un’operazione di matematica nei due quaderni. Ma noi quella volta non ci eravamo trovati (molte altre invece sì).

In vacanza però quest’anno c’è stata una “vera” coincidenza o – meglio – l’ho evitata per poco.

Arrivo ad Atene dopo un viaggio a dir poco travagliato, durante il quale ho rischiato di perdere la coincidenza e solo per puro caso ho trovato la valigia blu che avevo imbarcato.

Alla sera, nella topaia in albergo, inizio a leggere “La vita, L’Universo e tutto quanto” di Douglas Adams. E trovo:

Inciampò ancora una volta e fu sbalzato in avanti di parecchio, dato che correva molto forte. Ma proprio nel momento in cui, dopo il volo, stava per colpire il terreno malamente, vide davanti a sé una valigia

blu scuro che era sicuro di avere perduto al ritiro bagagli dell’aeroporto di Atene circa dieci anni prima.

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Cinque sensi

Compilation

L’avvento dell’Ipod e della playlist mi avevano fatto quasi dimenticare il duro lavoro del sabato pomeriggio, quando ci trovavamo tra amici per scegliere i brani da inserire nella famigerata “cassetta”. Me l’ha ricordato questo brano:

Mi ci vollero delle ore per mettere insieme quel nastro.

Per me, fare una cassetta è un po’ come scrivere una lettera – è tutto un cancellare e ripensarci e ricominciare daccapo[…]

Registrare una buona compilation per rompere il ghiaccio non è mica facile. Devi attaccare con qualcosa di straordinario, per catturare l’attenzione (all’inizio pensai di cominciare con “Got to get you off my mind”, ma poi mi resi conto che c’era il rischio che Laura non andasse mai oltre la prima canzone del lato A, se le davo subito quello che si aspettava, così finii col seppellire Solomon Burke in mezzo al lato B), poi devi alzare un filino il tono, o raffreddarlo un filino, e non devi mescolare musica nera e musica bianca, a meno che la musica bianca non sembri musica nera, e non devi mettere due canzoni dello stesso cantante di seguito, a meno che non imposti tutto il nastro a coppie, e… beh, ci sono un sacco di regole.

Nick Hornby, Alta Fedeltà

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Cinque sensi

Precedenze

Avrei iniziato il suo libro più famoso, Mattatoio n. 5, probabilmente in un paio di mesi. Era già pronto nella nostra libreria, in scaletta dopo “Mi chiedo quando ti mancherò” di Amanda Davis e “Flatlandia” di Edwin Abbott.

Invece mi ha tirato un brutto tiro e se ne è andato, senza che potessi conoscerlo neppure un poco.

Allora nell’ultima settimana, di sera e al parco, ho cambiato l’ordine di queste inutili precedenze , e l’ho letto tutto d’un fiato.

Quasi non ci sono personaggi, in questa storia, e quasi non ci sono confronti drammatici, perché la maggior parte degli individui che vi figurano sono malridotti, sono solo trastulli indifferenti in mano a forze immense. Uno dei principali effetti della guerra è, in fondo, che la gente è scoraggiata dal farsi personaggio.

Kurt Vonnegut, Mattatoio N.5

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Cinque sensi

Buchi e tappabuchi

Mi sono fatto un’idea difficile da estirpare: alla Rai, di internet, non gli frega proprio nulla.

Possibile che l’unica intervista interessante di CheTempoCheFa e che mi sono perso, quella a Luigi Meneghello (a proposito, grazie Andrea per la soffiata), non si trovi nell’archivio online? Ci sono tutte le più assurde demenze, ogni spazio promozionale, ogni inutile intermezzo, e quella no.

Ma andate, di cuore, a cagare…